L’amore ai tempi del sugo della nonna

L’amore sa di casa, come il profumo del sugo che faceva tua nonna quando ti arriva addosso mentre stai camminando per strada in una città che non conosci. Che pensi immediatamente a quando tornavi da scuola e sentivi quell’odore nell’aria ancor prima di aprire il portone del palazzo e pensavi “sono tornato”. E il sugo ti avvolgeva nell’androne e poi lungo le scale e sul pianerottolo, pian piano, poco per volta, come se ti facesse sobbollire rimescolandoti tutto per renderti più buono nel momento in cui avresti varcato la soglia. Spariva la noia dell’ultima ora di lezione, il fastidio per gli scherzi cretini del più furbo della classe, la stanchezza del dettato alla prima ora, con ancora la testa immersa nei pensieri del sonno. Tutto sparito, giusto in tempo per scolare la pasta in un tempismo perfetto.

E adesso che sei grande e sei per strada in una città che non conosci, ma che forse è quella in cui sei sempre vissuto, solo che quasi quasi proprio non ti pare, ti fermi, per colpa di quel profumo. E vorresti suonare i campanelli, capire chi si nasconde dietro a quella ricetta, vedere se c’è qualcosa – in quella persona – in cui specchiarti per un momento. O almeno un piatto di pasta da condividere, per sentire di nuovo quel preciso sapore. Poi ti basta sapere che ancora esiste per passare dalla nostalgia alla speranza, per riprendere a camminare, per pensare che forse basterebbe trovare gli ingredienti giusti da mescolare.

Ecco, quando troverai chi sa riportarti a casa, non importa quanto vicino o lontano tu sia andato nel mentre, quando sentirai quel profumo, fermati. Potresti essere arrivato.

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